Sentenza senza precedenti del Tribunale di Nola sulla morte da amianto

Il Tribunale di Nola ha riconosciuto la malattia professionale ad un operaio morto per l’inalazione di polvere di amianto.

Il Tribunale di Nola ha riconosciuto la malattia professionale ad un operaio morto per l’inalazione di polvere di amianto

Riconosciuta una rendita di malattia professionale alla vedova del manutentore di aerei, Pasquale Quattromani, morto nel 2009.

Excursus storico

Pasquale Quattromani era un manutentore di aerei in servizio presso gli aeroporti di Fiumicino e Capodichino, ammalatosi e poi successivamente deceduto a causa della fibra killer, l’amianto, di cui molti aerei erano imbottiti. Il povero operaio è morto per la reiterata violazione delle leggi sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Pasquale Quattromani non è stato l’unico caso, prima di lui si ammalò anche il suo collega  Aldo Converso, anch’egli tecnico aeronautico. Nel 2000 iniziano i primi sopralluoghi nello scalo romano di Fiumicino, su richiesta dell’avvocato Ezio Bonanni, dai quali emerse una drammatica realtà, poi confermata, purtroppo, anche dell’epidemia di tumori (mesoteliomi) registratisi tra i lavoratori di quel settore. Gli aerei erano imbottiti di amianto, si è giunti a questa scoperta anche grazie all’intervento del Professor Menegozzo, responsabile dell’ufficio mesoteliomi della regione Campania, che confermò la correttezza dei dati rilevati da Bonanni.

Da lì si rese necessario determinare l’incidenza di questo fenomeno, per cui il passo successivo fu quello di redigere un censimento dei casi di mesotelioma in aviazione civile, sfortunatamente risultò che ben 742 persone si sono ammalate a causa dell’amianto presente negli aerei, di cui 4 piloti e 14 tra ingegneri e tecnici aeronautici (VI rapporto mesotelioma edito da INAIL 10/2018).

La sentenza del Tribunale di Nola

Gli eredi di Pasquale Quattromani in seguito alla morte del proprio congiunto si sono rivolti all’Autorità giudiziaria. Qualche giorno fa, il Tribunale di Nola ha deciso in loro favore, condannando l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazioni, Infortuni sul Lavoro) a versare ai parenti dell’operaio una rendita per malattia professionale nella misura del 60%. Inoltre, l’Istituto dovrà corrispondere in favore della vedova:

Tutti i ratei maturati dalla domanda in via amministrativa e fino al decesso della vittima; –

dovrà costituire la rendita di reversibilità;

pagare anche tutti i ratei successivamente maturati dalla vedova e le prestazioni aggiuntive del fondo vittime amianto e rilasciare la certificazione di esposizione amianto;

l’INAIL, infine è stata condannata a pagare anche gli interessi legali dalla maturazione di ogni singola voce di credito al saldo e il rimborso delle spese di giudizio, comprese quelle del CTU.

Benedetta Greco