Aumentano gli incidenti mortali sui luoghi di lavoro, Inail richiede sistemi di tutela vagliati e promossi dagli enti accreditati.
L’ultimo trimestre del 2018 è risultato particolarmente fatale e funesto per gli incidenti sul luogo di lavoro. Rispetto alle 190 denunce di letale infortunio appartenenti ai primi tre mesi del 2017, le 212 ad oggi registrate compongono un dato ancor più significativo ed allarmante che spinge, quindi, Inail ad intervenire: “I sistemi di tutela devono essere certificati (…) gli strumenti di protezione devono essere vagliati e promossi dagli enti accreditati”.
I casi di infortunio con esito letale potrebbero, difatti, diminuire del 16% se solo si seguissero più scrupolosamente i sistemi di tutela certificati ed offerti dagli enti accreditati. È doveroso, a tal proposito, sottolineare che l’aumento degli incidenti sul luogo di lavoro va a marcare ulteriormente una piaga che risulta già in costante peggioramento, soprattutto, per quel che concerne l’ambiente lavorativo maschile.
Gli uomini registrano, infatti, un tasso di decessi aumentato di circa 20 unità mentre per l’ambiente femminile risulta un aumento di casi che passa da 30 a 32. Ulteriore differenza è, inoltre, costituita dal contesto geografico che rivela che nel Settentrione gli incidenti sono cresciuti del 22% per il Nord-est e di circa il 40% per il Nord-ovest; al Sud, invece, si è rivelato un calo del 20 % e presso le Isole un ulteriore calo del 24%.
Tra luci ed ombre Regione per Regione
Gli incidenti mortali avvenuti sul luogo di lavoro presentano luci ed ombre di una statistica che rivela una diminuzione di casi mortali per alcune Regioni mentre per altre un netto peggioramento.
Tra i casi positivi possiamo annoverare la Sicilia con un 33% di casi in meno, la Puglia con un – 50%, la Toscana e la Liguria entrambe con un ottimo – 40%, il Friuli Venezia Giulia con un – 16,67% e la Campania con un – 8%. Ultimo in elenco ma primo per importanza risulta essere, invece, l’Abruzzo che ha registrato il miglior risultato del -79%. Passando dalle percentuali ai numeri concreti bisogna notare che l’Abruzzo, ad esempio, ha avuto 15 casi in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Toscana e la Sicilia 6 casi in meno e -4 in Puglia.
Nei casi negativi troviamo il Piemonte con 9 casi in più, il Lazio con 10 casi e la Lombardia con 14. La Basilicata ha registrato, invece, 3 casi in più, la Calabria e l’Emilia Romagna 6 e il Veneto 4.
Come risolvere il problema?
L’Inail, insieme all’Associazione Italiana Culturali Qualità (AICQ) e all’Ente Unico Nazionale di Accreditamento (Accredia), ha portato avanti un’importante ricerca volta alla diminuzione degli incidenti mortali sul luogo del lavoro. Come prevenire, dunque, questa problematica? Attraverso il passaggio da un livello di sicurezza basso ad un livello di sicurezza certificato, che permetterebbe una diminuzione accertata del 16%.
Certificazioni ed aziende
L’applicazione ed il rispetto delle certificazioni di sicurezza sul lavoro sono aspetti di notevole importanza. A quella OHSAS 18001, sancita nel 1999 ed aggiornata nel 2007, ha fatto seguito dal marzo di quest’anno una nuova, la UNI ISO 45001. Dalle statistiche condotte su un campione di poco più di 300 aziende, che si sono conformate a tali misure, è emerso che quasi tutte hanno mostrato un conseguente miglioramento delle condizioni di sicurezza, quantificabile nella riduzione di infortuni e malattie professionali e nello svolgimento di attività di formazione. Mettendo in atto quanto prescritto dalle certificazioni internazionali, le imprese ricevono un grandissimo ritorno in termini di immagine e di rafforzamento della loro competitività sul mercato. Nel nostro Paese, l’attenzione rivolta dalle Regioni al tema della sicurezza non è la stessa. Nel Nord, dove si è purtroppo registrato un aumento degli incidenti nel primo trimestre del 2018, il maggior numero di aziende conformate ai sistemi di gestione è stato individuato nella Valle d’Aosta (24,9%) mentre al Sud, dove il trend è opposto (ovvero sono stati riscontrati nella prima parte dell’anno meno infortuni), la Regione che ha mostrato più sensibilità sul delicato argomento è il Molise (13,5%), seguito da Basilicata (13,1%) e Puglia (12,8%). Nel Centro Italia, ed in particolare in Toscana con duemila casi, si sono registrati, infine, i dati più preoccupanti sulla diffusione delle malattie professionali.